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Dopo il completamento degli spazi in superficie, ecco che questa settimana è stato aperto anche uno dei primi rinnovati spazi sotteranei nel nodo Garibaldi. Si tratta del corridoio di collegamento tra la MM2 e il Passante-Linee S. Il corridio ha subito anche delle modifiche strutturali con lo spostamento di una delle coppie di scale che dalla banchina della Verde scendono verso il corridoio, con la contestuale eliminazione della comoda scala mobile, probabilmente dovuto alla presenza dei manufatti della Lilla immediatamente sotto a quelli esistenti. Architettonicamente il passaggio è stato portato dallo stile del Passante a quello della Linea 2, in sostanza dal vagamente postmoderno di Laura Lazzari allo stile modernista di Franco Albini rivisto da Davide Bruno. Nella pratica è stato aggiunto anche il corrimano verde, con un nuovo attacco, il colore grigio su pareti irregolari, e, almeno, sono state restaurate le strisce segnaletiche. Ripulito o sostituito il granito (classico Serizzo Ghiandone) delle scale; grande assente, ma di questo ormai è inutile stupirsi, il pavimento in gomma, sostituito dall’ormai classico gress bianco, ovviamente con misure diverse, dalle altre usate finora.
Pronti anche i due collegamenti con la MM5, adesso chiusi; intanto i treni hanno iniziato a viaggiare fino a Garibaldi (ovviamente vuoti), utilizzando così entrambe le banchine a Zara. Si attendono le ultimissime e imminenti autorizzazioni ministeriali da Roma, mentre si pianifica una “Notte Lilla” per festeggiare questo piccolo ma essenziale prolungamento.

Ingresso MM5 dal mezzanino MM2

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Un piccolo aggiornamento sui lavori del secondo lotto della Linea 5.

GERUSALEMME

DOMODOSSOLA

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Con Glasgow continua il tour nelle metropolitane più antiche del mondo. Questa unica linea, sin dalle origini circolare, fu inaugurata il 14 dicembre 1896, ed è la terza dopo Budapest e Londra. La caratteristica di questa linea, oltre alla sua forma ad anello, è quella di aver funzionato con trazione con cavo fino al 1935; inoltre questo progetto non ha avuto un seguito, rimanendo quindi l’unica metropolitana in funzione a Glasgow, nonostante numerosi progetti.

Questa piccola metropolitana (10,4 km per 15 stazioni) ha vissuto nella sua lunga vita quattro distinte fasi. La prima fu quella contrassegnata dalla trazione a cavo, con il medesimo funzionamento dei famosi Cable Cars di San Francisco, ovvero i vagoni per muoversi chiudevano un grossa pinza attorno al cavo, in continuo movimento, per potersi spostare. Nella seconda fase, dal 1935 al 1977, quando vistosi segni di un imminente cedimento della copertura della stazione Govan, spinse l’amministrazione verso una totale e radicale ristrutturazione. La terza fase è partita dal 1980 e interagisce con la quarta fase iniziata nel 2005 e che poterà ad una seconda modernizzazione dell’impianto.

Dal punto di vista architettonico le quattro fasi hanno prodotto risultati completamente indipendenti. Nella prime due questa infrastruttura si presentava come una serie di ambienti scatolari, coperti in alcune casi da tetti in acciaio, legno e vetro che ben illuminavano ambienti spogli e privi di qualsiasi forma decorativa, incluse le tipiche piastrelle smaltate largamente usate all’epoca. Tutte le stazioni presentavano un’unica banchina ad isola. Le pareti erano intonacate in bianco, e denotate da un costante degrado, solo parzialmente celato dai cartelloni pubblicitari. Discorso diverso per alcune delle palazzine di ingresso, come quella della stazione Buchanan Street, realizzata in stile neogotico inglese.

Buchanan Street station

Bridge Street station

Nel 1977 la linea fu chiusa e, in sostanza, ricostruita. Tutte le stazioni furono oggetto di un profondo rinnovamento che ne modificò sostanzialmente sia la forma che l’aspetto. In alcune fu anche aggiunta una seconda banchina per evitare l’affollamento sull’unica centrale, ormai troppo stretta e pericolosa. Le banchine stesse furono allungate, aggiunte scale fisse e mobili per dividere i flussi in entrata e in uscita. Furono creati nuovi mezzanini e scale di accesso. La neogotica palazzina della stazione Buchanan fu ceduta per attività commerciali e sostituita da un ampio mezzanino costruito sotto di essa, e da una scala di ingresso indipendente. Il particolare più interessante fu la scelta di inserire delle volte a sezione circolare nei vani squadrati della stazioni, poi rivestite in pannelli di acciaio smaltato. Queste volte danno la sensazione che i volumi della stazioni, prima illuminati dall’alto, si trovino molto più in profondità; questa scelta, ovviamente, porto all’uso esclusivo dell’illuminazione artificiale. In questa fase furono aggiunte le strisce segnaletica arancioni e grigie lungo tutta la lunghezza della pareti, una evidente ispirazione milanese. Colonne e pavimenti furono rivestiti in piastrelle lucide di varie dimensioni, con toni che vanno dal grigio al marrone.

Cessnock station durante i lavori di ristrutturazione nel 1979

Nella quarta fase, ancora in corso, l’architettura degli allestimenti è oggetto di un’ulteriore revisione. Le piastrelle originali sono state sostituite con altre, dalla superficie lucida, e dai colori più uniformi: grigio antracite per le parti a ridosso dei binari, bianco per le pareti delle banchine. Sono in fase di installazioni nuove scale mobili e si stanno creando nuove scale di accesso dalla superficie. Questa nuova fase vede un aumento netto della pulizia degli ambienti e dell’illuminazione.

Partik station

Per concludere va citato il nuovo Riverside Museum, che contiene una piccola ma interessante sezione dedicata alla metropolitana. Questo edificio, progettato da Zaha Hadid, ha già ricevuto critiche assai positive e numerosi premi internazionali, assolutamente meritati. La sezione dedicata all’underground è all’interno di un settore che ricostruisce la vita urbana alla fine dell’800. In questa ricostruzione è collocato un edificio con alla base l’ingresso della stazione. All’interno è contenuto la ricostruzione di un treno del 1896 e di un segmento di tunnel in cui è possibile vedere una simulazione del funzionamento. A fianco è vi è una delle pinze originali e un plastico del sistema di argani e motori che faceva scorrere il cavo di trazione. Segue una vetrina con documenti e memorabilia.

Veicolo storico nel Riverside Museum

Modello dell’originale meccanismo di movimentazione dei treni esposto nel Riverside Museum

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Con questo post inizia un tour nelle prime metropolitane del mondo per vedere la loro evoluzione architettonica. Dopo Londra, festeggiata l’anno scorso per i suoi primi 150 anni, tocca a Budapest. La seconda città dell’allora Impero Austriaco fu la prima città continentale in Europa a dotarsi una ferrovia sotterranea. In questo senso fu una delle prime linee concepite in senso moderno, ovvero totalmente indipendente dalle ferrovie ed elettrica. Segue di soli sei anni la prima metropolitana moderna al mondo, la City and South London Railway oggi Northern Line.

Questa prima linea metropolitana, in Ungherese Földalatti, fu inaugurata nel 1896 dopo soli due anni di lavoro, e operata dalla Siemens & Halske AG. L’intera linea fu costruita con il sistema del cut&cover e fu aperta dall’imperatore Francesco Giuseppe il 2 maggio di quell’anno. l’architettura di questa metropolitana rispecchia il classico stile eclettico adeguato con materiali e esigenze positiviste; in altre parole le pareti son rivestite in piastrelle smaltate bianche e la struttura in acciaio. I pilastri presentano capitelli lavorati e tutta la parte metallica è verniciata in giallo o verde. Vi sono anche alcuni inserti in legno per rivestire alcune pareti e ambienti di servizio. Capito a parte lo costituivano le prime edicole di ingresso, oggi tutte demolite, a cui fu dato un pesante aspetto con richiami classici (finestre termali),ma ricchezza decorativa neobarocca. La ricchezza decorativa di queste edicole aveva il suo apice nel padiglione della stazione Deàk-Platz, oggi centro della rete, progettata per amalgamarsi con il vicino palazzo dell’Opera. Tra il 1910 e il 1920 tutte le edicole furono demolite e sostituite da ringhiere in ferro battute verniciate in giallo. Tra il 1970 e il 1972 l’antica metropolitana fu fortemente rinnovata e prolungata, tuttavia molte stazioni originali ancora oggi si presentano nello stile originale.

Budapest ha anche due linee più recenti e una quarta in realizzazione ormai da diversi anni. La seconda linea fu aperta nel 1970 e la terza nel 1976. Entrambe sono servite da due tunnel a grande profondità, seguendo l’impostazione sovietica. Le stazioni, tuttavia, non sono complesse e spaziose come quella di Mosca seppure ne segua l’impostazione strutturale. Architettonicamente le stazioni sono allestite con vasto uso di pannelli e controsoffittature lamellari. I pilastri sono rivestiti con pannelli lamellari in acciaio non verniciato. LA quarta linea, che dovrebbe aprire quest’anno, sarà connotata da una forte impronta architettonica degli ambienti, alcuni dei quali già presentati in anteprima. Vasti spazzi a tutta altezza, strutture a vista, ampio uso del mosaico per i rivestimenti, renderanno questo progetto, in forte ritardo, certamente molto interessante.

LA LINEA 4

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AGGIORNAMENTO: E’ STATA LANCIATA UNA PETIZIONE PER RICHIEDERE L’APERTURA IMMEDIATA DEI CANTIERI PER TUTTA LA LINEA: FIRMATE NUMEROSI

https://www.change.org/it/petizioni/cittadini-di-milano-faccia-partire-subito-i-cantieri-per-la-linea-4-della-metropolitana-tutti

Procedono speditamente i cantieri per le prime tre stazioni della Linea 4. A Linate si stanno montando le due talpe mentre il vano della stazione è stato completamente svuotato e sono già iniziati i lavori per la realizzazione della struttura in calcestruzzo armato. Sull’estremità orientale è iniziata la predisposizione per lo scavo della galleria naturale che servirà da asta di manovra, e, in un domani molto molto lontano, come continuazione della linea. A Forlanini FS l’intero cantiere è operativo, sia per la stazione ferroviaria, per la quale si sta realizzando il primo dei due sottopassi, sia per la metropolitana, di cui si vedono le corree per il vano della stazione. La possibilità di vedere tutto finito per il 30 aprile 2015 sembrano sempre troppo ottimistiche, ma di sicuro la volontà c’è.

Tutto un altro discorso per il resto della linea, il CIPE continua a non pubblicare la delibera che risale all’inizio di settembre, bloccando la chiusura del contratto tra il Comune e l’ATI costruttrice . Senza questo passaggio prima di giugno 2014 c’è il rischio, assai nefasto, che i fondi vengano spostati altrove. Dal punto di vista logico questa sembra comunque un eventualità assai remota, ma l’imprevedibilità di alcune scelte politico-mediatiche è sempre presente.

STAZIONE FOLRANINI FS

Le corree per le pareti della stazione della metropolitana, e a sinistra gli scavi per il sottopasso sud.

Un rendering della futura via Ardigò all’incriocio con il sottopassaggio sud.

STAZIONE LINATE

In allegato la lettera inviata da Metropolitana Milanese per avvisare dell’apertura dei cantieri:
passante_forlanini_letteraMM_01-2014

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Ed eccoci al 2014, il 9 gennaio si chiuderà il 150° anno della metropolitana di Londra; i festeggiamenti sono durati quasi 12 mesi, seguendo iniziative di ogni genere, da quelle prettamente ferroviarie, come il far circolare i treni a vapore lungo le antiche tratte, o più strettamente artistiche come la mostra sui manifesti tenutasi al London Transport Museum. Con i festeggiamenti si sono susseguite una marea di pubblicazioni che affrontano il tema sotto ogni aspetto, centinaia di gadget e un impressionante numero di articoli scritti sui quotidiani e i blog di tutto il mondo per celebrare questo anniversario solo in apparenza così specialistico, in realtà fondamentale per la vita della gran parte dei londinesi e di molti ospiti che sono passati per quella città e per tutti coloro i quali usufruiscono di questa invenzione ogni giorno o anche solo una volta nelle 155 città nel mondo che ne ospitano una.

Ma il 2014 sarà sopratutto l’anno del 50° della metropolitana di Milano. Ebbene il 1° novembre 2014 la metropolitana di Milano compirà 50 anni. Novantanove in meno di quella di Londra, ma molti anni in più rispetto alla media della sue “sorelle”. La speranza che anche per Milano si sussegua un dignitoso numero di eventi si scontra con le ristrettezze economiche che ci affliggono, tuttavia non può essere una scusa per non mettere in campo il massimo impegno possibile. In tal senso sto seguendo alcuni progetti in collaborazione con la Fondazione Albini, che dovrebbero portate ad un adeguato festeggiamento e non solo una semplice commemorazione.

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Questo mese è stato pubblicato un nuovo volume sulla Metropolitana di Milano: “Metro Milano” a cura di Angela Windholz, edito dalla Silvana Editoriale di Cinisello Balsamo per conto della Biblioteca dell’Accademia di Architettura di Mendrisio in Svizzera. Questo volume ben si accompagna a quello pubblicato nel 1982 dal Comune di Milano con le foto dei cantieri fatte da Emilio Frisia tra il 1959 e il 1961.

Questo volume nasce in seguito all’acquisizione da parte della Biblioteca, di un corposo archivio appartenente all’Ingegner Luigi Zaretti che diresse i lavori per la costruzione della Linea 1 tra il 1957 e il 1963 lavorando per la MM. Come scritto nel volume “…Le fotografie scattate durante i lavori provengono da varie agenzie fotografiche, perlopiù milanesi. Tra queste, Publifoto, Cera Foto Servizi e Photo News Giancolombo diretta da Gian Battista Colombo, lo storico fotoreporter della “dolce vita“. Non mancano tuttavia i contributi di singoli fotografi affermati, tra cui il pavese Guglielmo Chiolini (1900-1991) e, per Publifoto, Tino Petrelli (1922-2001), Mario La Porta ed Eugenio Pavone.” Parte di queste foto sono infatti già state oggetto di pubblicazione sia sui periodici che sui molti volumi “Aggiornamento cantieri” della Metropolitana Milanese. L’intero archivio fotografico è comunque consultabile sul sito internet della Biblioteca (http://metromilano.biblio.arc.usi.ch/).

La monografia, che presenta una parte delle fotografie raccolte nell’archivio, tutte rigorosamente in bianco e nero, presenta anche un testo introduttivo ad opera della curatrice, nonché direttrice della Biblioteca, con una citazione di Virginio Vercelloni, di cui l’Accademia Ticinese raccoglie anche l’archivio e che è assai noto a chi si documenta sulle metropolitane di Milano. Oltre alla presentazione vi è anche un testo del noto scrittore Gianni Biondillo dal titolo “Un filo rosso nella storia di Milano“, raffinata citazione di Franco Albini che descrisse i corrimano rossi della metropolitana proprio come un filo di Arianna rosso che conduce il passeggero fuori dal labirinto della metropolitana. Lo scritto di Biondillo ripercorre in forma narrativa la storia della metropolitana dall’inizio del ’900 fino all’inaugurazione nel 1964 completando il tutto con una raffinata critica ai recenti restyling.

In definitiva si tratta di un libro che è in grado di soddisfare molteplici interessi: sia il tecnico sia il lettore di narrativa che la persona più attenta alla storia e all’attualità. Complice anche un prezzo decisamente abbordabile, un formato ridotto e alla qualità della stampa, questo volume non può mancare nella biblioteca di chi si dice interessato sia alle metropolitane in genere, sia alla storia della Milano contemporanea nella speranza che questo volume possa costituire un primo passo verso una crescente considerazione del valore che questa infrastruttura ha oltre al suo uso quotidiano.

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Settimana scorsa sono stato contattato da un giovane (coetaneo in realtà) grafico milanese che si è cimentato in quella che è una delle grandi sfide dei trasporti milanesi, molto combattuto e mai risolto: la mappa grafica delle linee della metropolitana e ferroviarie.

Ambrogio Bergamaschi, questo il suo nome, ha fatto quello che molti di noi hanno immaginato e che resta, tuttavia, un sogno irrealizzabile: adattare la mappa “Beck” di Londra alla realtà di Milano. Sappiamo bene come la celeberrima mappa, ormai un pezzo di grafica inarrivabile e protetto con la dovuta gelosia dalla Transport for London. Disegnata nel 1931 da Harry Back, la Tube map fu la prima ad abbandonare completamente i riferimenti geografici soddisfando solo requisiti grafici di semplicità e pulizia che forse oggi possiamo vedere in altri contesti, ma che all’epoca furono rivoluzionari.

A Milano nemmeno Bob Noorda riuscì a generare una mappa ufficiale e non si hanno notizie nemmeno di tentativi, nonostante qualche anno dopo l’apertura della Linea 1, avesse aiutato Vignelli nel generare l’altrettanto celeberrima e sfortunata mappa della Subway di New York di cui ho già trattato. Proprio quando scrissi quell’articolo contattai uno degli autori del libro recensito il quale, con semplicità, disse che a Milano non avevamo una mappa degna di nota. Difficile contraddirlo. L’attuale, sebbene in fondo rispecchi i criteri grafici che rientrano nel mondo della mappa Beck, soprattutto nell’assenza di riferimenti geografici, perde la sua dinamicità ad ogni nuova apertura di linea, cosa che da risultati ancora peggiori nella versione semplificata “verticale” affissa nelle vetture, dove la prossima apertura dell’intera Linea 5 ne richiederà un completo ridisegno. Un tentativo di riprendere la mappa di Beck fu invece fatto quando nel 2004 furono inaugurate le Linee S e ancora oggi lo schema delle linee riprende quel tentativo.

Recentemente un grafico di origine Russa aveva proposto una mappa per Milano, ripresa poi sui social network dall’assessore ai Trasporti Maran, il quale chiedeva ai cittadino cosa ne pensassero. Francamente l’ho trovata un passo avanti, ma troppo leziosa e soprattutto inutilizzabile per quanto riguarda i servizi ferroviari, definiti da linee sottilissime, quasi trasparenti. Infatti uno dei principi fondamentali della mappa di Beck sta proprio nell’avere un unico spessore di linea, lasciando al colore tutto la forza identificativa.

Da tutto ciò la grande domanda, riusciremo ad avere una mappa degna di nota per il 2015?

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Per la mappa: © Ambrogio Bergamaschi http://betterbepirates.com/a-tribute-to-London-Underground , riproduzione vietata.

Venerdì 21 ottobre, presso l’auditorium di Via Valvassori Peroni è stata presentata la tratta della MM4 nelle zone 3 e 4. La presentazione è stata l’occasione per vedere gli ultimi sviluppi progettuali e lo stato dell’opera.

Innanzitutto le tempistiche: la metropolitana richiederà, nel complesso 78 mesi, per essere completata in tutte le 21 fermate (15 km). Il conteggio partirà quando verrà firmato l’atto di convenzione tra istituzioni e ditte costruttrici e concessionarie. Nel frattempo verranno anticipati alcuni cantieri selezionati oltre ai tre già operativi, facenti parte della tratta “Expo” (Linate, Quartiere Forlanini, ForlaniniFS). Le prime stazioni messe in cantiere a novembre saranno: Dateo, Solari, Gelsomini e San Cristoforo, per un totale, quindi di 7 stazioni su 21.

L’intera linea verrà percorsa con due tunnel a binario singolo affiancati. L’ipotesi emersa recentemente che la tratta Linate – Forlanini FS sarebbe stata realizzata con un unico tunnel a due binari sembra non avere fondamento. Sono invece confermate le quattro tratte Linate – Forlanini FS, Folanini FS – San Babila/Pozzo Augusto, San Babila/Pozzo Augusto – Solari, Solari – San Cristoforo. Sola la tratta San Babila – Solari verrà realizzata con una macchina scavatrice di diametro maggiore in modo da realizzare anche le banchine di stazione. L’uso delle talpe permetterà la massima riduzione dei cantieri in superficie e la salvaguardia del maggior numero di alberi come già avvenuto per la MM5.

Confermato anche la cancellazione, o almeno il rinvio della connessione tra MM3 e MM4 a Crocetta. Al contrario è stata confermata la possibilità di una revisione dei percorsi presso il nodo San Cristoforo durante la stesura del progetto esecutivo.

Dal punto di vista architettonico sono confermati i progetti per le prime tre stazioni, provviste di spazi aperti in superficie, mentre tutte le altre saranno interamente in sotterraneo. Resta ancora vago il riferimento alle altre stazioni che dovrebbero essere state riprogettate l’anno scorso. Nessuna conferma in tal senso è stata fatta anche perché, come visto in passato, l’aspetto estetico, a Milano, viene preso in considerazione a cantieri già avanzati.

Last week Milan administration officially presented the Line 4 (blue). This new Metro Line will be entirely realized underground with two tunnels with single track. There are four sections: from Linate airport station to Forlanini FS station, name “Expo section”, from Forlanini FS to San Babila, from San Babila to Solari and from Solari to San Cristoforo FS station. The first section will be open before Universal Exposition in 2015 (maybe on 30 April 2015). For the third section will be use a bigger TBM to dig both track tunnel and station tunnel like Barcelona L9. Works are started for the first section, and the entire line will be build in 78 months after the signing of the agreement between State, City and contractors in spring 2014. Before this date will be open other four yards: Dateo, Solari, Gelsomini and San Cristoforo.

I due tunnel anche per la tratta Linate-Forlanini FS:

Planimetria del nodo Forlanini FS

Stazione LINATE

Stazione QUARTIERE FORLANINI

Area del cantiere della stazione FORLANINI FS

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Dopo la grande avventura delle prove antincendio sulla tratta Isola – Garibaldi della MM5, è subito seguita una visita al cantiere della stazione Lotto.

La stazione Lotto della MM5 è la più profonda dell’intera Linea, con il fondo realizzato a 30 metri sotto il livello stradale, con una media di 15 metri sotto il livello di falda. Tutto ciò per sotto passare la stazione della MM1 situata nello stesso piazzale. La stazione è composta di ben cinque livelli inframmezzati da solai, utili a respingere la forte pressione del suolo lungo le pareti perimetrali. Attualmente sono quasi complete tutte le opere al rustico, manca solo qualche setto della copertura e i famosi camini di areazione, mentre in sotterraneo sono già in fase di posa i primi supporti metallici delle porte di banchina e alcune delle numerose scale mobili. Sono, invece, appena iniziati i lavori di realizzazione delle uscite verso la superficie e del corridoio a due livelli per la connessione con la Linea 1.

I supporti delle porte di banchina in fase di montaggio

Proprio questa connessione è già stata oggetto di riflessioni su questo blog; grazie a questa visita è stato possibile avere una risposta definitiva. La soluzione che verrà adottata è una via di mezzo tra le due iniziali. Infatti inizialmente erano previste tre connessioni, una diretta tra i mezzanini all’esterno dell’area a pagamento, e due poste al di sotto che avrebbero connesso direttamente il livello intermedio della MM5 con le due banchine della MM1, sotto passando anche i binari di quest’ultima, tutto all’interno dell’area a pagamento. La soluzione finale prevede sempre la connessione tra i mezzanini, mentre, grazie sempre ad un corridoio a due piani, la connessione al livello inferiore avverrà solo con la banchina in direzione Rho Fiera della Linea 1. I passeggeri che vorranno dirigersi in centro dovranno quindi salire al mezzanino della Linea 1 e riscendere verso la banchina in direzione Duomo. Per evitare situazioni di flusso eccessivo dovuto al raddoppio dell’utilizzo delle risalite della Linea 1, verrà realizzato un allargamento della parete della banchina verso la periferia.

Versione originale

Collegamento tra mezzanini (ipotesi)

Collegamento con la banchina della Linea 1 (ipotesi)

Il corridoio in costruzione

Riguardo alle tempistiche è stato precisato che la data di consegna è il 20 aprile 2015 e che per tale data l’intera linea verrà aperta fino alla stazione San Siro Stadio ma che solo tre stazioni saranno utilizzabili: Domodossola, Lotto e, ovviamente, il capolinea. Nessuna tempistica è nota per le altre stazioni, si presume, tuttavia, che i lavori, comunque assai avanzati, procederanno costantemente anche dopo la data di apertura.

This Monday I could visit Lotto Station yard. Now all the station structures are built. Escalators are during installation, and tracks are almost ready. This station is the deepest of the whole Line 5 to pass under the existing Line 1 under Piazzale Lotto. The station is 30 meter deep and the aquifer is only 15 meter deep so the station is divided by five floors to resist the water and soil pressure. The tunnel that reach this station was realized with two TBM; one tunnel for each track. Connection with Line1 will be realized with a unique passage with two floors, the upper one will connect the two mezzanines outside the pay-area, and the deepest one will connect the MM5 middle level with the platform of the Line 1 for the train direct to Rho Fiera. To reach the platform for train to city center passenger must go to the Line 1 mezzanine and the go down to the other platform. To avoid crowding platform of Line 1 will be widened.

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