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Monthly Archives: maggio 2018

Ovvero la nascita del “tube” e della metropolitana propriamente detta.

Secondo l’UITP (Unione Internazione del Trasporto Pubblico) una metropolitana è un sistema di trasporto urbano, in sede propria, senza interferenze con altri tipi di trasporto o con i pedoni, ad alta frequenza e alta capacità. Si tratta quindi di un impianto che per definizione non deve mai condividere il suo percorso con altri mezzi di trasporto, dalle automobili ai treni, né avere “intersezioni a raso” con la pubblica strada. Ovviamente il suo tracciato è interdetto, durante il funzionamento, alla presenza umana, al di fuori dagli spazi predisposti (stazioni). Alta capacità e alta frequenza sono caratteristiche che oggi s’intersecano, per esempio, nelle metropolitane cosiddette “leggere” dove una minore capacità è compensata, in linea teorica, da una maggiore frequenza garantita dai sistemi automatizzati. L’essere sotterranea o sopraelevata, elettrica o a vapore (caso unico a Londra), con sistema ferroviario o a trazione con fune, con ruote di ferro o di gomma, non costituisce causa di esclusione dalla definizione di metropolitana. In taluni casi viene introdotta una distinzione in base alla lunghezza del tracciato, escludendo alcuni impianti perché troppo brevi, come nel caso di Perugia. Mentre sono poche le eccezioni alla regola, sostanzialmente la più grande è Valencia, in Spagna, dove si chiama metropolitana quello che un sistema di tram-treno che diventa metropolitana in centro, ma rimane un treno di ridotte dimensioni in periferia, con numerosi passaggi a livello che non sono compatibili con la definizione di metropolitana. Poi c’è il grande equivoco delle linee ferroviarie suburbane spacciate per metropolitane. In questa la regina è un’altra città spagnola: Barcellona. Alcune delle sue linee sono vere e proprie ferrovie con alcuni tratti interrati in centro (come succede anche alla ferrovia “normale” nella città catalana) ma sono state inserite nella numerazione delle metropolitane e tale vengono considerate. Una cosa del genere si vorrebbe fare da tempo a Roma convertendo in metropolitana la Ferrovia Roma-Lido (che potrebbe anche essere fattibile) o il primo tratto urbano della Roma-Viterbo, o come era provato a fare a Napoli. Non serve: una metropolitana è una metropolitana. A Londra sono stati più garbati, hanno inventato l’Overground, una simil-metropolitana che, in effetti, rimane un treno come impianto e una metro come servizio. Non parliamo poi dei tram e dei bus chiamati “metroqualcosa”, tempo sprecato. Perché questo ampio preambolo? Perché in questo post si parla, appunto, di quella che è a tutti gli effetti la prima vera e propria metropolitana. Un impianto autonomo da tutto, compresa la ferrovia che invece è parte integrante della prima “Metropolitana Railway” e che, ancora oggi, condividono alcuni binari nelle quattro linee che ora compongono quell’impianto originale (District, Circle, Metropolitan, Hammersmith). Un impianto elettrico ad alta frequenza, esclusivamente urbano e senza nessuna forma di intersezione con altri sistemi di trasporto. Inoltre questa nuova linea, oggi nota come Northern Line, è metropolitana anche come immaginario classico: tunnel circolari sotterranei serviti da treni elettrici. Stazioni sotterranee relativamente piccole in cui bisogna scendere per prendere un treno e spostarsi in un altro quartiere della città. Da questo momento l’epopea mondiale delle metropolitane entra nel vivo, non a caso i maggiori impianti nasceranno solo dopo il 1890: Chicago 1892 (prima sopraelevata), Budapest e Glasgow nel 1896, Boston 1897, Parigi nel 1900, Wuppertal nel 1902 (a proposito di strane metropolitane), Berlino nel 1902, Atene e New York nel 1904, ecc. ecc…

La ferrovie elettrica sotterranea “The City & South London Railway” (C&SLR) fu inaugurata il 4 novembre 1890 dal Principe del Galles, il futuro Re Edoardo VII. La prima tratta correva tra la stazione King William Street (oggi non più esistente) nella City e la stazione Stockwell a sud del fiume Tamigi. La nuova ferrovia fu inizialmente progettata per essere manovrata con funi, tuttavia la nascita delle prime reti tranviarie elettriche in tutto il mondo portò alla decisione di convertire l’infrastruttura verso la trazione elettrica. Quello della trazione a fune non fu però un’idea definitivamente scomparsa; in quella che può essere considerata la seconda metropolitana tipo “tube”, ovvero la linea circolare di Glasgow aperta nel 1896, la trazione fu effettuata con grossi cavi continuamente fino al 1935. La ditta Mather&Platt fornì le apparecchiature elettriche mentre le locomotive furono appositamente progettate da Edward Hopkinson, che lavoro alla realizzazione dei primi tram elettrici in Irlanda. Le locomotive furono poi costruite dalla ditta di macchine a vapore Beyer Peacock. I primi vagoni furono progettati privi dei finestrini dato che, secondo il pensiero pioneristico dell’epoca, non c’era nulla da vedere nei tunnel profondi. Lo spazio stretto e chiuso insieme al rumore assordante renderva il viaggio alquanto claustrofobico e la presenza del classici sedili in tessuto con bottoni di cucitura portarono i viaggiatori a soprannominare queste vetture “padden cell” ovvero celle imbottite, quelle tipiche dei manicomi.

La prima sezione della “The City & South London Railway” tra King William Street  e Elephant&Castle:

La prima tratta tra Stockwell e King William Street e il primo prolungamento. Da subito il capolinea originale di King William Street è desinato a scomparire con l’inaugurazione delle nuove tratte nel 1900:

Nel 1907 viene inaugurata  l’”Hampstead Tube” ovvero la sezione nord della Northern Line, siamo nel 1907, e il nome ufficiale è Charing Cross, Euston & Hampstead Railway. Entrambe le compagnie, ovvero la C&SLR e la CCE&HR, sono di proprietà della Underground Eletric Railways Company of London, ovvero UERL, sin dal 1913:

Sempre nel 1907 la C&SLR raggiunge la stazione di Euston sfiorando la CCE&HR:

Tra il 1924 e il 1926 le due linee vengono fuse e diventano l’attuale Northern Line. I tunnel della sezione originale devono essere allargati per poter accogliere i treni più nuovi e uniformarsi con l’evoluzione geometrica avvenuta dopo il 1900. Il primo “tube” rimane comunque una linea sperimentale:

Sezione di una stazione del primo “tube”. Lo schema di accesso è semplice: solo ascensori e scala a chiocciola. La struttura è in mattoni:

 

Sezione del tunnel in acciaio e del primo treno senza finestrini:

Il tunnel composto da elementi in acciaio come appare esposto all’esterno. Si tratta di un tratto del tunnel della Central Line realizzato presso una fiera. I tunnel della C&SLR sono identici ma con un diametro minore:

Lo scudo usato per lo scavo dei tunnel dei prolungamenti (aperti nel 1907) fermo all’interno del vano di una stazione. Gli operai scavavano l’argilla del sottosuolo di Londra protetti da un anello di acciaio che veniva spostato man mano che il tunnel avanzava. Una sorta di “talpa meccanica” in cui l’essere umano faceva il lavoro pesante:

Pianta e sezione del capolinea originale di King William Street, presso il “Monument” ovvero il monumento che commemora l’incendio di Londra del 1666, situato nella City:

Disegno raffigurante il capolinea di Stockwell, si noti il terzo binario elettrificato. La struttura delle stazioni, nella tratta “primitiva” era fatta in mattoni:

Ciò che restava della stazione di King William Street prima della seconda guerra mondiale:

La prima locomotiva elettrica per una metropolitana:

Il montacarichi usato per calare i treni nel tunnel profondi. All’epoca non era ancora in uso creare rampe di collegamento per portare i treni in superficie verso le aree di manutenzione.

Evoluzione cronologica della C&SLR:

Parte della tratta originale abbandonata nel 1900 tra le stazioni Borough e il Tamigi, trasformata in rifugio antiaereo negli anni ’40.

Sezione in cui si nota i due tunnel originali della tratta fino alla stazione King William Street, e sotto i due nuovi tunnel aperti nel 1900. I tunnel originali sono stati collegati con la superficie per trasformarli in rifugi antiaerei.

L’originale “loop” ovvero anello di inversione presso la stazione Embankment e, a destra, i tunnel predisposti negli anni ’20 per collegare L’Hampstead Tube con la C&SLR a sud:

La connessione finale a sud, presso la stazione Kennigton con l’anello di inversione. Da notare in assonometria la differenza geometrica delle stazioni tra la tratta aperta nel 1896 (i due tunnel centrali) e quella nuova aperta nel 1924 (i due tunnel a lato). Le prime hanno una volta a botte e sono realizzate in muratura, le seconde sono ormai perfettamente circolari e sono realizzate in acciaio:

La  spettacolare connessione a nord, realizzata nel 1926 presso la stazione Camden Town, che permette ai treni provenienti da tutte e quattro le direzioni di poter proseguire nelle due direzioni possibili senza che mai nessun binario si incroci:

Le stazioni del 1900-1907, in piena City, realizzate con banchina ad isola in un unica camera semicircolare:

L’ultima sopravvissuta ai lavori di ammodernamento, ovvero Clapham Common:

Com’era la stazione Angel prima e dopo dell’ammodernamento. Uno dei due binari è stato rimosso e spostato in un nuovo tunnel, in modo da poter allargare la banchina e inserire un blocco di scale mobili al centro (non visibile nella foto):

E ancore cresce:

Rendering dell’ingresso della futura stazione Battersea:

Sezione della stazione futura stazione Battersea:

Sezione della futura stazione Nine Elms:

Rendering dell’interno della futura stazione Nine Elms:

 

 

 

 

© 2018 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

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SITO UFFICIALE

PETIZIONE PER IL COLLEGAMENTO M4-M3:

FIRMATE ORA!

ATTENZIONE! Ricordo a tutti i lettori che continua la campagna lanciata dall’Associazione MetroxMilano a favore del collegamento pedonale diretto tra M4 e M3 (clicca qui per maggiori informazioni), ricordatevi di firmare la petizione. E’ vero che il Comune ha annunciato che il collegamento verrà fatto, ma per adesso siamo solo allo studio di fattibilità, quindi molto lontani perfino dalla finanzabilità dell’opera (al di là delle promesse fatte). Ricordiamo che il CIPE ha impiegato molti mesi solo per approvare la variante Tricolore che era a costo zero! Pertanto vi invito a firmare e far firmare questa petizione che si è bloccata, inutilmente, subito dopo quello che, per ora, è solo un annuncio.

AVANZAMENTO COMPLESSIVO:

38% al 14/03/2018

Stato dei cantieri relativo alle sole stazioni:

SAN CRISTOFORO Dal 15 marzo 2016 IN CORSO: realizzazione strutture e uscite

SEGNERI Dal 17 marzo 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

GELSOMINI Dall’11 giugno 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

FRATTINI Dal 26 febbraio 2015 IN CORSO: realizzazione uscite

TOLSTOJ Da maggi0 2015 IN CORSO: scavo

WASHINGTON-BOLIVAR Da 31 agosto 2015 IN CORSO: scavo

FOPPA Dal 2 settembre 2015 IN CORSO: scavo

SOLARI Dal 27 agosto 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

SANT’AMBROGIO Dal 22 febbraio 2016 IN CORSO: spostamento sottoservizi

DE AMICIS Dal 22 febbraio 2016 IN CORSO: spostamento sottoservizi

VETRA Dal 22 febbraio 2016: IN CORSO: scavo e consolidamento fondo

SANTA SOFIA Dal 19 febbraio 2016 IN CORSO: scavo e consolidamento fondo

SFORZA-POLICLINICO Dal 01 marzo 2016, riaperto il 06 marzo 2017 IN CORSO: realizzazione paratie

SAN BABILA Dal 18 dicembre 2015 IN CORSO: realizzazione paratie

TRICOLORE Dal 5 agosto 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

DATEO Dal 23 gennaio 2015 IN CORSO: realizzazione strutture

SUSA Dal 05 febbraio 2015 IN CORSO: realizzazione uscite

ARGONNE Dal 02 febbario 2015 IN CORSO: realizzazione uscite

FORLANINI FS Dal? IN CORSO: realizzazione uscite

QUARTIERE FORLANINI Dal? IN CORSO: realizzazione uscite

LINATE AEROPORTO Dal 28 maggio 2012 IN CORSO: realizzazione uscite

FASI REALIZZATIVE:

1)rimozione arredi e alberi

2)spostamento sottoservizi e formazione cantiere definitivo

3)scavo pareti perimetrali e consolidamento fondo

4)scavo e posa tiranti

5)realizzazione strutture

6)realizzazione uscite

7) installazione impianti e binari

8)sistemazione superficiali e allestimento stazioni

Le talpe solitamente attraversano le stazioni durante la fase 6. I collaudi avvengono durante la fase 9.

BOB = Bonifica da Ordigni Bellici della seconda guerra mondiale.

TRATTA EXPO

LINATE: continuana il montaggio della copertura metallica del mezzanino ed è in costruzione l’uscita ovest (a pianta triangolare) di cui ora è visibile l’alto muro posteriore in calcestruzzo armato. Il tronchino è stato completamente ricoperto di terra e tutto è pronto per il ripristino della viabilità. Continuano anche le attività per la realizzazione della terza e ultima sezione del collegamento pedonale con l’aeroporto, dove al momento è in corso lo scavo parziale dell’area delle scale.

QUARITERE FORLANINI: quasi terminata la realizzazione delle strutture dell’uscita sud, mentre è iniziata la realizzazione delle paratie per l’uscita nord.

FORLANINI FS: ormai completata la realizzazione al rustico del complesso della stazione. Nel manufatto Sereni (“Pratone”) prosegue l’attività di supporto delle “talpe” con la modifica degli impianti di spostamento dello smarino (la terra di scavo) tramite la realizzazione di un nuovo sistema di nastri trasportatori.

TRATTA EST

ARGONNE: sono state completate le strutture della stazione ad eccezione dello spazio utile a permettere il calaggio dei materiali e per la manutenzione delle talpe. Le parti completate sono già state ricoperte. Continua la realizzazione delle strutture delle uscite sul marciapiede nord di viale Argonne.

SUSA: sono state completate le strutture del manufatto “Argonne” e della stazione ad eccezione del consueto pozzo per il calaggio dei materiali. Continua la realizzazione delle struture dei blocchi di uscite lungo i marciapiedi laterali di viale Argonne.

DATEO: prosegue la realizzazione delle strutture nel vano principale, mentre è in fase di scavo l’area che sarà occupata dalla seconda metà del mezzanino, dalle scale di uscita e dal corridoio di collegamento con il Passante.

TRICOLORE: prosegue la realizzazione delle strutture. Estratta la prima delle due talpe, e ora in corso di smontaggio anche la seconda.

TRATTA CENTRALE

SAN BABILA: procede rapidamente la realizzazione delle paratie perimetrali sia per la stazione in zona Largo Toscanini e Corso Europa, sia per il manufatto in Largo Augusto. Nel cantiere di Largo Toscanini procedono le iniezioni per il consolidamento del fondo.

SFORZA POLICLINICO: prosegue la realizzazione delle pareti lateriali della stazione anche grazie allo smontaggio del muro storico avvenuto a fine aprile. NESSUNA NOVITA’ SUL COLLEGAMENTO M3-M4!

SANTA SOFIA: sè iniziata la fase di scavo mentre prosegue il consolidamento del fondo e delle testate.

VETRA: terminata la prima fase di scavo, sono iniziate le iniezioni per il consolidamento del fondo della stazione.

DE AMICIS: non è ancora terminato lo spostamento sottoservizi, che sembra infinito, anche se le aree interessate sono sempre più ridotte.

SANT’AMBROGIO: questa stazione, forse quella posizionata nell’area più ristretta in assoluto, ha meritato nuovamente una visita dedicata per capire lo stato delle opere. Continua il complesso spostamento dei sottoservizi, numerosissimi e intricatissimi come è possibile vedere dalle foto. Questo groviglio di cavi va sostituito con materiali nuovi e raccolto lungo due stretti cavedi ai lati delle pareti della stazione lungo via San Vittore. Da quanto osservato pare che siano già in posa le pareti laterali e sia stata già effettuata la “capicozzatura” ovvero la demolizione del bordo più alto al fine di realizzare una trave di coronamento che sia connessa con le armature già in opera. Comunque tutto lascia intendere che ci vorrà ancora del tempo prima di vedere l’inizio dello scavo.

TRATTA OVEST

SOLARI: concluso lo scavo inizia la realizzazione delle strutture.

FOPPA: completata la prima fase di scavo, sono stati realizzati i tiranti e si procede con le iniezioni per il consolidamento del fondo.

WASHINGTON-BOLIVAR: completata la prima fase di scavo, sono stati realizzati i tiranti e si procede con le iniezioni per il consolidamento del fondo.

TOLSTOJ: completata la prima fase di scavo, sono stati realizzati i tiranti e si procede con le iniezioni per il consolidamento del fondo.

FRATTINI: Le strutture sono ormai completate fatto salvo l’accesso per la manutenzione delle talpe. E’ iniziato lo spostamento sottoservizi per la realizzazione delle uscite.

GELSOMINI: Si avvia alla conclusione lo scavo mentre è già iniziata la formazione delle strutture della stazione.

SEGNERI: prosegue la realizzazione delle strutture.

SAN CRISTOFORO: procede rapidamente la realizzazione delle strutture. Nel manufatto Ronchetto è iniziato l’assemblaggio delle due talpe che scaveranno la tratta Ovest a partire da luglio 2018.

PER UN DETTAGLIO SUL METODO DI REALIZZAZIONE DELLE PARATIE DI STAZIONE: CLICCA QUI

Finalmente inizia a girare una foto dell’allestimento di prova della Metro 4. Certamente meglio della Metro5 “lilla”, ma non è certo una cosa difficile da fare. Quello che si nota è l’assenza di una ricerca specifica. In pratica si è andati sull’”usato sicuro” di matrice “nordica” (vedi Copenhagen), come era previsto proprio per la M5. Sulla segnaletica bene la striscia continua; ignorate i caratteri scelti perchè si useranno quelli standard delle altre linee, ovvero la rivisitazione del carattere “Noorda” a sua volta derviazione dell’Helvetica.

Ma visto quello che si fa oggi (vedi link sotto), sopratutto in tema di materiali, visto che le strutture e i volumo sono già definiti, la capitale mondiale del design si può fermare a questo?

MOSCA

BUDAPEST

E, soprattutto:

LONDRA CROSSRAIL

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto Marco Vergini:

Foto da Google Earth:

Ecco la planimetria con la proposta di trasporto e stoccaggio dello smarino (le terre di scavo dei tunnel) in area Pratone e via Gatto. In parole semplici, il nastro trasportatore uscirà dai due tunnel nell’area del manufatto Sereni (Pratone) e passerà in un tunnel esistente sotto la stazione Forlanini FS delle ferrovie. Qua passera allo scoperto nella cosiddetta “area interclusa” e poi si inserirà nel sottopasso ferroviario esistente che passa sotto la linea veloce Rogoredo-Lambrate, dove potrà in breve tempo essere realizzata anche la pista ciclabile di connessione tra viale Argonne e il Parco Forlanini. Uscito dal sottopasso, il nastro trasportatore inizierà la sua risalita fino alla torre posta al centro dell’area di deposito temporaneo del materiale. Il nastro trasportatore sarà coperto per evitare la dispersione delle terre, che, comunque, sono appositamente imbevuti di un liquido che evita la dispersione di polveri.

Quale uscita sud per la stazione Argonne? Il dibattito in consiglio di zona è stato vivo e con posizioni trasversali che divisono gli opposti fronti. Meglio l’uscita originale (in verde) verso il marciapiede sud verso la via privata Marciano, o meglio l’uscita verso ovest (in rosso) con la scala all’interno del parterre? La prima eviterebbe di attraversare la strada, ma si troverebbe lontana dalle fermate del trasporto pubblico (filovia 93). La seconda sarebbe più vicina comoda per connettersi con la 93 e l’incrocio di Largo di Porto di Classe, ma richiederebbe l’attraversamento della strada. Io sono favorevole alla seconda opzione, più razionale, ma mi chiedo perchè non farle entrambe?

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Ecco i punti per il monotiraggio dei palazzi in area di scavo:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Largo Augusto:

Foto da Google Earth:

Tra le trasparente della rete: rimozione del muro storico, tramite smontaggio in parti sollevabili

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Fase attuale:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Manufatto Foppa:

Anche in Solari sono arrivati i punti di controllo per la stabilità degli edifici.

Prossima fase: maggio 2018

Per queste foto ringraziamo la disponibilità della signora Efigenia Parissi:

Foto da Google Earth:

Prossima fase: giugno 2018

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

Il deposito:

Foto MM:

Foto da Google Earth:

 

 

 

 

 

© 2018 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

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Come vi avevo anticipato, non c’è due senza tre. Infatti nel progetto “Souvenir Milano” 12 designer hanno creato 12 souvenir per Milano. Tra di questi, lo studio milanese Storie of Italy, ha creato un sottopentola/trivet con la forma del primo logo della Metropolitana di Milano, pensato da Bob Noorda tra il 1962 e 1963; il suo nome è “MM”. Si tratta delle due  “M” sovrapposte e specchiate, formate da una linea continua con bordi arrotondati, che richiama il corrimano progettato da Franco Albini. Il logo fu usato per la segnaletica dell’allestimento di prova presso la stazione Amendola, ma fu poi bocciato per via della “M” rovesciata, interpretabile come “W”. Il logo su fu poi sostituto con la doppia “M” affiancata con angoli appuntiti, sopravvissuta fino agli anni ’80.

Si tratta di un poggia pentola in materiale plastico di recupero, stampato e sagomato partendo dagli scarti degli imballaggi usati per la spedizione. Il designer che lo ha ideato, Dario Buratto, ha avuto l’idea dopo una visita alla Fondazione Albini, ispirandosi sia al logo sia ai pannelli in Sillipol (sì, sempre loro) la cui composizione ha un effetto simile a quello ottenuto per questo oggetto. Cosa che rende ancora più interessante il risultato è che visto da una distanza anche minima, il poggia pentole “MM” sembra realizzato in pietra naturale. Invece è leggerissimo!

SCHEDA PRODOTTO:

NOME: MM
DESIGNER: Stories_of_Italy
OGGETTO: Trivet / sottopentola / centro-tavola / scultura

PROGETTO
La sua ispirazione è multipla:
MM: due M speculari come il logo originario della Metr o Milano di Bob Noorda chiamato da Franco Albini nel 1961 a far parte del team di progettazione grafica.
MM: come Made in Milano, perché l’azienda che produce il souvenir è milanese.
Si tratta di un materiale di scarto fatto con i residui dei packaging Stories of Italy triturati e ricompattati, e nella sua composizione a macchie vuole ricordare il materiale utilizzato proprio da Albini nelle pareti della metro. Resiste molto bene al calore e lo assorbe. Essendo un materiale di scarto il costo è davvero molto contenuto, come si addice ad un vero souvenir, nonostante l’oggetto sia completamente made in Italy.

Un’immagine dall’archivio dell’Università della Svizzera Italiana di Mendrisio:

Qualche informazione sull’evento:

CONCEPT progetto Milano Souvenir

A parte l’immagine della fonte milanese di acqua pubblica o la stampa del Duomo, in generale il Souvenir è
sempre abbastanza scontato.
Ho chiesto di ragionare su un materiale/ un disegno / un’icona ricercata ma pop, personalissima, ancorché
familiare alla maggioranza.

Mai scordarsi l’aspetto del Souvenir nel senso nazionalpopolare. Abbiamo dunque lavorato per creare un oggetto
piccolo e sorprendente, che stupisca anzitutto chi lo ha creato per la sua ovvia riconoscibiità, a cui pochi avevano
pensato di legare Milano.

E senza connessioni scontate, l’altro punto su cui ragionare è stata l’idea di trasformazione/declinazione di un
inconfondibile segno della città, condensato in un oggetto possibilmente dotato di una forma esteticamente
affascinante e di una qualche funzionalità.
Souvenir Milano è una miniatura utile, un oggetto simbolico eloquente, un esperimento sul piccolo formato, un
volo pindarico traducibile per tutti nel racconto di una delle nostre visioni quotidiane, inteso come un landmark da
comunicare.

E’ il dettaglio di un’opera pubblica, un imprescindibile tipico oggetto legato alla milanesità, un immediato link
all’impero della moda o del food, un ingrediente della tradizione in evoluzione continua qui fissato in versione
fattiva, miniaturizzata, comoda, ironica, pop, trasportabile, perché questi sono i principi e ci dobbiamo attenere,
traducendo la città in un lampo. Un’altra definizione trovata online recita: <L’oggetto dovrebbe essere un simbolo
di una vera storia vissuta. Senza l’interpretazione intima del proprietario, il significato simbolico è invisibile non
può essere spiegato>. Autoriale + soggettivo.

Nonostante il Souvenir di solito sia prodotto in grandi numeri, il senso di una limited invita alla sperimentazione.
Souvenir è la narrazione di una nostra visione della città di Milano colta come in uno scatto di un secondo,
disponibile fino a esaurimento, come si addice alla sua natura, con importo agile e non esoso, prezzi molto
diversi tra loro, come del resto gli oggetti ideati e gli autori qui proposti.

CURATORE
Raffaella Guidobono
Consulente e Art director di progetti crossover di design e arte contemporanea, nel 1997 è Italian Ambassador di
Lomographic Society e autore del pionieristico pilot Tv italiano Boardz, sulla cultura surf, girato per MTV, dove è
anche autore di programmi. Curatore indipendente dal 1998 per il brand Moleskine®, nel 2000 porta al Museo
della Triennale e MAN Nuoro la prima mostra di taccuini d’autore e, da 20 anni, segue freelance per l’azienda il
progetto Detour. Tra 2001 e 2007 è art director e buyer del concept lab di TAD a Roma, curatore della galleria
1/9 e di progetti indipendenti tra arte contemporanea e design in America Latina, Turchia e Sicilia. Nel 2008
traduce talks per TED.com e porta a Palermo l’edizione n° 1000 di TEDx worldwide. Nel 2011 è co-curatore di
Italian Pavilion PQ Performing Design and Space – Quadriennale di Praga. Dal 2012 è co-founder con Alfred von
Escher di studio427. Nell’HQ dello studio a Palermo nascono gli arredi del brand Leftover, con il piano in
cemento resinato, colori pastello finiti a mano e una riconoscibile fascia obliqua, sempre presente negli esiti, tutti
rigorosamente pezzi unici. Dopo il lancio di Leftover in Biennale Architettura 2012 lo studio427 viene selezionato
per 4 edizioni di Operae e all’ultima XX1 Triennale. Dal 2016 apre la seconda sede Leftover nella falegnameria
creata dal duo dentro Officina BASE Milano.
Nel 2017 fonda il brand Sour, collezione in serie limitata di lampade e utensili da cucina, selezionati con il criterio
di unire alto artigianato e design. Sour è anche il nome del progetto di consulenza nel design degli interni per
privati e hotel.

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