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NUOVA PETIZIONE PER IL COLLEGAMENTO MM3-MM4

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Era il 2016 quando è stata lanciata la campagna a favore del collegamento pedonale sotterraneo tra la stazione Sforza-Policlinico della Metro 4 e la stazione Crocetta della Metro 3. In questi tre anni il dibattito ha poi visto la comparsa del possibile collegamento con la stazione Missori della Metro 3. In linea d’aria cambia poco, anzi, Missori, è, in effetti, più vicina. Nel frattempo il precedente Governo di csx ha promesso un finanziamento statale per la realizzazione del collegamento e subito i grandi annunci hanno convinto molti Milanesi che il problema fosse in via di risoluzione. L’Associazione MetroxMilano e il sottoscritto però abbiamo sempre ricordato che per cantiere vittoria serve almeno l’assegnazione dell’appalto, o, in caso di assegnazione diretta come dovrebbe essere in questo caso, almeno servirebbe l’approvazione da parte del CIPE (governo) del progetto definitivo, con relativi finanziamenti. Gli annunci sui giornali, le mozioni, i decreti generici e di principio non servono a nulla. Subito la raccolta firme di cui trovate sopra il link, fu snobbata e ritenuta inutile: ormai era fatta.

E invece non era e non è così: nulla è fatto, tutto è nel caos più totale e gli studi hanno prodotto, unitamente a quella che sembra essere una volontà di risparmio a tutti i costi, delle soluzioni imbarazzanti: prima sui giornali si è parlato di “passeggiata archeologica” per collegare le due stazioni, e ora, apice dell’imbarazzo, di corridoio di tappeti mobili (tapis roulant) a quota strada per coprire il percorso da via Francesco Sforza e piazza Velasca. Tappeti mobili che richiedono un volume per gli impianti interrato almeno pari a quello che emergerebbe, e che andrebbero protetti con coperture lungo l’intero percorso. Tutto ciò in un’area ad alta sensibilità archeologica e paesaggistica (vedi estratto del Piano di Governo del Territorio). Tutto questo pedonalizzando almeno via Pantano, altrimenti non si avrebbe lo spazio per posizionare questi fantastici tappeti che in soli 12 MINUTI (sic) porteranno l’utente da una stazione e l’altra, mentre frotte di turisti si danno alle foto e ai selfie per portarsi un ricordo di questa infrastruttura. 12 minuti per spostarsi di 400 metri? Ma a piedi ne servono 5! Come meno di 10 si impiegheranno scendendo a San Babila M4 per andare sulla M1 e poi, a Duomo, cambiare con la M3. Perché si fa finta di non capire che è l’utente abituale che ha bisogno di questo interscambio, e all’utente abituale le “passeggiate archeologiche” e i “12 minuti di tappeti mobili” non servono a nulla.

Intanto gli amici romani di “MetroxRoma” si sono accorti di quanto sta succedendo e hanno giustamente titolato “anche i ricchi piangono”. Ricchi o non ricchi, l’unica cosa sicura è che c’è da piangere.

L’unica soluzione è un tunnel pedonale meccanizzato da scavarsi a foro cieco, sotto lo strato archeologico, largo quanto basta per contenere due tappeti mobili e lo spazio per chi vuole camminare, come si vede a Londra e a Parigi ancora oggi (vedasi modifiche alla fermata Bank, appena concluse).

Dettaglio con planimetria e sezione della stazione Crocetta. La banchina visibile in questa immagine è, presumibilmente, quella del piano superiore (direzione Comasina). La banchina sottostante (direzione San Donato) è identica salvo per la presenza di colonne. Come si può osservare la banchina si trova sul lato opposto rispetto all’isolato dell’Ospedale, dunque i binari costituiscono una barriera per la connessione a raso tra il tunnel pedonale e le banchine stesse. Nella sezione si può anche notare la presenza del canale interrato che riduce di molto lo spazio sotto strada utilizzabile; sembra quindi inevitabile che il tunnel pedonale passi sotto il tunnel a doppia altezza della stazione della Linea 3.

Stazione Missori con i tre bracci (4 al piano superiore) che collegano le banchine sovrapposte al vano che contiene le scale e il mezzanino, situato sotto piazza Velasca. La stazione Missori è sicuramente la più comeplessa dell’intera Linea 3 per via della separazione tra banchine e mezzanini (sono due) collegati tra loro da tunnel scavati a foro cieco posti sotto gli edifici esistenti.

Situazione archegologica tra via Sforza e Piazza Missori, estratto del Piani di Govero del Territorio, nell’ovale rosso l’area interessata dal collegamento. In rosa gli edifici vincolati, in verde-azzurro le aree a rischio archeologico (praticamente ovunque) e in verde le aree che formano un paesaggio carattetistico. Praticamente c’è di tutto!

Sezione del tunnel di linea della MM3 tra Porta Romana e Repubblica.

Sezione tipica della MM4 in zona centro (San Babila-Sant’Ambrogio):

Due mie modeste ipotesi di collegamento tra M4 Sforza Policlinico e M3 Crocetta:

Un esempio estero, i complessi tunnel pedonali di interscambio presso la stazione London Bridge a Londra:

Uno dei casi più clamorosi, sempre a Londra, la stazione Green Park. Chi ha avuto come me il modo di percorrere questo lungo tunnel, pieno di gente, non può più meravigliarsi di nulla su questo tema:

Per non parlare poi del groviglio di lunghi e stretti tunnel della stazione Bank e Monument o di Embankment qua riprodotta.

Ma poi ci sono anche casi complessi a Barcellona (Passei de Gracia con un piccolo tunnel cupo pienissimo di gente) o Montparnasse a Parigi, con il primo caso di tapis roullant espressi (poi eliminati).

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