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Nell’ultimo ventennio del XIX secolo molte cose erano cambiate, a Londra, dove la prima linea del 1863, lunga appena 6,4 km aveva treni spinti da locomotive a vapore, nel 1886 era stata introdotta la trazione elettrica; era così nata la metropolitana nel senso moderno del termine, rappresentata dai “tube” ovvero dalle gallerie metalliche a grande profondità realizzate a “foro cieco”, portando così il concetto d’indipendenza del metrò da qualsiasi tipo di traffico o interferenza superficiale, al suo massimo livello. Dopo Londra, anche Chicago (1892), Budapest (1896), Glasgow (1897), Parigi (1900), Boston (1901), Berlino (1902) e New York (1904) si dotarono di una o più metropolitane.

Tra il 1903 e il 1905 gli ingegneri Leopoldo Candiani e Carlo Castiglioni furono i primi a proporre una metropolitana su ispirazione delle linee create a Londra, ovvero finalizzate a congiungere le varie stazioni ferroviarie. La necessità di creare una metropolitana nasce, per i due ingegneri, a seguito del contemporaneo progetto di costruzione di due nuove stazioni ferroviarie poste simmetricamente rispetto al centro cittadino. Il progetto risale al 1898, quando una commissione del Ministero dei Trasporti ipotizzo la modifica del nodo ferroviario cittadino. Tale documento prevedeva, infatti, la riorganizzazione completa della rete ferroviaria nell’ambito cittadino per riorganizzare il traffico e servire meglio Milano. Con il Decreto del 13 ottobre 1902 veniva sancita la necessità di creare due nuove stazioni, una nel lato est della città per servire sia il nuovo traffico proveniente dal traforo del Sempione, la cui inaugurazione sarebbe avvenuta nel 1906, sia dal Mediterraneo (Nord Europa e Genova), e la seconda per servire le linee provenienti dall’Adriatico (Est Europa, Sud Italia e Venezia). Si ipotizzò inoltre che entrambe le nuove stazioni sarebbero dovute essere di testa, come nelle grandi capitali europee, e non più di transito. Il progetto fu in seguito rimaneggiato e semplificato dando vita alla Nuova Stazione Centrale e con le ben più modeste proposte di modifica alla stazione di Porta Genova, mai attuate.

Contemporaneamente alla presentazione del loro progetto per il nuovo nodo ferroviario Milanese, gli ingegneri Candiani e Castiglioni ipotizzarono quindi la creazione di un “… tronco metropolitano sotterraneo a trazione elettrica, il quale potrebbe avere la sua fermata principale nel centro città e precisamente sotto l’attuale Piazza dei Mercanti…”, “… offrirà al pubblico speditezza e facilità per accedere alle due grandi stazioni viaggiatori…”.Interessante scoprire come la metropolitana sarebbe servita non solo per i passeggeri, ma anche per la posta e le merci, quindi si sarebbe concretizzata in realtà come un passante ferroviario per ogni tipo di treno, esattamente come più tardi si realizzò a Bruxelles, sebbene con dimensioni assai più ridotte e con solo due binari. I due ingegneri, nel 1905, progettarono nel dettaglio la linea metropolitana, disegnando tutte le stazioni; queste avevano una conformazione assai semplice, senza mezzanino, di tipo molto simile a quelle di Parigi. L’uscita, in genere unica, sarebbe stata protetta da una tettoia in stile Chalet svizzero, come da uso dell’epoca. Curioso il progetto per la stazione Duomo, che sarebbe dovuta sorgere nella parte sud della piazza, in linea retta con l’asse della Galleria Vittorio Emanuele; l’arco gemello di quello di ingresso alla galleria, previsto in posizione simmetrica rispetto a quello realizzato, avrebbe dovuto contenere anche l’ingresso della stazione della metropolitana.

Le seguenti immagini provengono da “Atti del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano”, anno 1905, volume 38. Riproduzione vietata.

© 2014 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo PREVIO AUTORIZZAZIONE DELL’AUTORE

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