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Tag Archives: architettura metropolitane

Ecco un secondo post sulla metropolitana di Wasghington, dopo quello sulle diverse forme architettoniche di qualche anno fa. Concepita negli anni ’60 e aperta il 27 marzo 1976, anche la metropolitana della capitale degli Stati Uniti, rientra nel filone dell’architettura modernista, o, come viene denominata ora, nell’ “International Style”, con quale sconfinamento nel brutalismo, in riferimento alla volta a cassettoni. L’idea architettonica è dell’architetto Harry Wheese della scuola di Chicago, a quel tempo perno centrale dell’architettura Made in US. Inoltre c’è anche lo “zampino milanese” di Massimo Vignelli, chiamato con il suo studio Unimark a progettare la segnaletica della nuova metropolitana. Ovviamente sempre sulla scia del successo della metropolitana milanese opera del suo socio dell’epoca: Bob Noorda. Ecco una carrellata di immagini tra la fase progettuale, con i primi schizzi, il grande mock-up aperto al pubblico e la costruzione delle volte. Un’immagine spettacolare che illustra come la volta a cassettoni in cemento armato sia in realtà semplicemente un rivestimento utile a rendere costante il volume degli ambienti delle stazioni interrate e risolvere il rapporto con la vera struttura delle volte. Completano il post alcune foto con evidenza dei dettagli dell’allestimento, assolutamente minimalista, composto essenzialmente da balaustre in cemento che formano una specie di vasca galleggiante all’interno della volta, dove le luci laterali aumentano questo effetto. Una pavimentazione in cotto lucido sembra dare un tocco classico all’ambiente. Le scale mobili nere con parapetti in cristallo illuminati contribuisce ad aumentare l’eleganza essenziale di questi ambienti. Tra i vari dettagli anche il sistema di luci a servizio dei treni: sia quelle lampeggianti lungo il bordo delle banchine che indicano l’arrivo dei treni (come doveva essere per la M3 a Milano), sia le potenti strisce illuminanti tra i due binari che illuminano la volta a cassettoni, ma che scompaiono coperte dai treni modificando completamente l’illuminazione al loro passaggio. In chiusura una menzione all’ingresso della stazione Dupont Circle, immortalato anche in alcuni film, noto per la sua pettacolare conformazione e la sua lunghissima scala mobile che percorre una specie di imbuto aperto verso l’esterno.

Schizzo di progetto disegnato dall’architetto Harry Weesw nel 1966 (The Architecture of Harry Weese © 2010 W.W Norton & Company, Inc.)

Modello in scala 1:1 di una stazione, in fase di realizzazione. (Chicago Historical Society)

Il modello completato e pronto per essere mostrato al pubblico nel 1968.

La profonda stazione Dupont Circle (linea Rossa) in costruzione. (WMATA)

Massimo Vignelli mentre presenta la segnaletica e la grafica della metropolitana di Washington.

Stazione Farragut West

Stazione Metrocenter:

 

 

 

 

 

 

© 2020 Minici Giovanni Luca – www.metroricerche.it, si acconsente l’uso di questo articolo e delle immagini citandone l’autore e la fonte, ad esclusione delle immagini di proprietà di terzi, come chiaramente indicato.

Perchè non regalarlo a Natale?

 

Dopo più di 10 anni dalla stesura dei primi testi, e da ben 20 anni da quanto ho iniziato a raccogliere informazioni su questo tema, sono riuscito finalmente a pubblicare un libro che coprisse in modo esauriente (dal ’800 ad oggi) molti aspetti di cui si era scritto poco e in modo frammentario. Si intitola La metropolitana milanese, evoluzione urbanistica e architettonica Con 254 pagine, 428 immagini (quasi tutte a colori), la storia della metropolitana di Milano è stata unificata in un’unica monografia con un focus inedito: l’architettura. Oltre ad un primo capitolo sui progetti storici, sono trattate la Linea 1 rossa e la Linea 2 verde, la Linea 3 gialla, il Passante Ferroviario, la Linea 5 lilla e la costruenda Linea 4 blu. Con la completa descrizione delle architetture pensate per le metropolitane di Milano da Franco Albini, Franca Helgh, Marco Albini (che ha scritto anche la prefazione), Arrigo Arrighetti, Umberto Cappelli, Claudio Dini, Angelo Mangiarotti e la grafica di Bob Noorda. Un volume realizzato con il contributo iconografico e documentale di decine di archivi pubblici e privati (Albini, Noorda, Portaluppi, MM Spa, Metro4 Spa, ATM Spa, Biblioteche e Archivi civici di Milano) con il patrocinio della Fondazione Franco Albini e dell’Associazione Culturale QUATTRO.

 

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Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non o

Nuova grafica per le visite “La Rossa con occhi nuovi” che si tengono presso la Fondazione Franco Albini ogni ultimi sabato del mese. Lo slogan è una citazione di Franco Albini “la più grande opera di design sociale” riferita alla metropolitana 1. I contenuti non cambiano e i partecipanti avranno sempre il piacere di poter ammirare i progetti originali e una selezione di immagini tra le più belle e più significative sulle metropolitane 1 e 2 tutto ciò che ha portato alla loro nascita. Come già nel 2014 e 2015 vi racconterò tutti i segreti della genesi di una metropolitana che cambiò il modo di concepire la progettazione delle stazioni e della segnaletica. Le soluzioni di Albini, Helg e Noorda sono state talmente innovative da essere riprese in numerose altre nazioni europee e d’oltreoceano.

Sono state programmate anche le seguenti date:

-sabato 28 settembre h 15,00

-sabato 26 ottobre h 15,00

-sabato 23 novembre h 15,00

Per info e prenotazioni contattate la Fondazione Franco Albini: info@fondazionefrancoalbini.com tel: 024982378, sede via Telesio 13

MODULO DI ISCRIZIONE ONLINE

Le visite guidate saranno confermate al raggiungimento del numero minimo di 10 partecipanti.

Costo biglietto 10,00€

Per chi vuole approfondire è disponibile il mio libro “La metropolitana milanese: evoluzione urbanistica e architettonica”.

Per informazioni sull’acquisto del volume: metroricerche@yahoo.it

 


 

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VI ASPETTO TUTTI PRESSO LA FONDAZIONE ATM IN VIA FARINI 9, (2° piano) IL 4 OTTOBRE 2019 ALLE ORE 17,30

Al traguardo dei 50 anni anche “la Verde”

Breve nota sulla celebrazione a cura di Gianni Pola

 Era il 4 ottobre 1969 quando il primo convoglio della Linea 2 (la Verde) della metropolitana milanese prese ufficialmente servizio passeggeri. Erano presenti alla cerimonia inaugurale il Presidente del Consiglio Mariano Rumor, il Sindaco di Milano Aldo Aniasi, il Presidente dell’ATM Nicola Mascione, dirigenti aziendali e personalità istituzionali. Per qualche mese saranno temporaneamente utilizzati i treni della Linea 1 (la Rossa) in quanto le unità di trazione (UdT)  della Linea 2 saranno disponibili solo a partire dal giugno 1970. Non è raro quindi vedere foto e cartoline d’epoca con i convogli della “Rossa” alle fermate di Cimiano o Concorezzo. Presso la sede della Fondazione ATM, in via C. Farini 9, il Gruppo Storico ATM ripercorrerà quindi questo periodo allo scopo di celebrare doverosamente il cinquantesimo anniversario di questra linea che nella sua inaugurazione non ebbe l’attenzione e la fastosità della Linea 1 che la precedette di qualche anno. La serata avrà inizio con un compendio storico con l’utilizzo di slides illustranti le trenovie a vapore della linea Milano-Gorgonzola-Vaprio d’Adda e le “Linee Celeri dell’Adda”, antesignane della Linea 2, e il commento espositivo di documenti fotografici. Si parlerà inoltre della realtà della metropolitana milanese, delle  soluzioni di arredo, di archiettura e di urbanistica che hanno fatto scuola a livello mondiale aiutati dal commento dell’amico Giovanni Luca MINICI  autore del libro “La Metropolitana Milanese”. A seguire la premiazione del 1° macchinista della Linea 2, Giancarlo BRAMBILLA, che diede il primo colpo di manettino al posto di manovra della sua motrice.

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Tante volte si è parlato di un infopoint per la Metro 4. Ad un certo punto, come risposta alle critiche montante tra il 2014 e il 2015, ne venne data per certa la realizzazione. Qualcuno parlò di due padiglioni da installare uno in piazzale Susa e uno al parco Solari. Poi nulla. Ho visitato vari infopoint nel tempo, da quello del CrossRail a Londra, a quello della U5 a Berlino (modesto) passando per altri di cui non ho più memoria. Ma quello realizzato a Vienna per il prolungamento dell’U2 e l’arrivo dell’U5 sembra davvero essere una pietra miliare di altissimo livello. Informare e coinvolgere i cittadini in queste grandi opere ha un valore altissimo per il buon procedere dei cantieri. Prima di tutto un infopoint ben fatto dice a tutti “noi lo realizziamo per voi cittadini e vogliamo coinvolgervi”. Un coinvolgimento che significa spiegare cosa si sta facendo e come, perché chi conosce può capire meglio ed evitare prese di posizione basate su conoscenze errate. E poi ha anche la funzione di presentare l’opera, creare un’attesa, che poi si traduce in un più rapido successo di pubblico. Pensate cosa avrebbe significato un infopoint sul Passante Ferroviario, un oggetto misterioso che i Milanesi hanno compreso in massa solo con l’Expo, ovvero nel 2015, 20 anni dopo la sua apertura. Ma torniamo a Vienna; un primo tentativo di metropolitana fu messo in opera nel 1898, con il nome di Stadtbahn, con treni a vapore, con le magnifiche stazioni e infrastrutture progettate da Otto Wagner in stile Secessionista (la versione austriaca del Liberty e dell’Art Nouveau). I padiglioni realizzati per la stazione Karlsplatz da Otto Wagner sono ormai un simbolo di Vienna. Ma la vera e propria metropolitana di Vienna modernamente concepita, con treni elettrici, fu inaugurata l’8 maggio 1976, con uno stile chiaramente ispirato all’architettura funzionalista milanese di Albini, Helg e Noorda. In quell’occasione la Stadtbahn di Wagner fu riconvertita nelle linee U4 e U6 della metropolitana, che con le linee di metro tradizionale U1 e U3 e la linea tranviaria interrata U2 costituiscono ad oggi la rete viennese. Ebbene si, U1, U2, U3, U4 e U6? E la linea U5? Manca! Manca dalla fine degli anni ’70. Ovviamente nessuno è stato impiccato per il salto di numero, come invece qualcuno avrebbe voluto per la mancanza della M4 nella sequenza milanese. In fondo a chi importa se manca il numero, la funzione della metropolitana e di tutti i trasporti è di andare da un punto all’altro e il numero indica il tracciato.

Ebbene ora è giunto il tempo di creare anche la U5, in realtà un vecchio progetto, tagliando in due la U2 nel centro cittadino, sotto il monumentale Ring; il grande viale costruito al posto delle mura difensive della città. Proprio per illustrare la nuova U5 e il prolungamento dell’U2 è nato l’infopoint oggetto di questo post. Faccio notare la presenza del mock-up (ultima foro), ovvero una prova di allestimento in scala 1:1, dell’interno della stazione. Sopravvive ancora lo stile Viennese, figlio di quello Milanese: ovvero i pannelli in acciaio per le pareti e la striscia segnaletica doppia con il nome della stazione in Helvetica bianco su fondo del colore della linea (celeste per l’U5) e la striscia sussidiaria sopra con scritta bianca su fondo nero (invertita rispetto a Milano).

 

 

 

 

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Quello che vi presento oggi è un “intero postale” emesso dalle poste dell’URSS nel 1959 e raffigurante il piano banchine della stazione Avtovo (ABTOBO) della linea 1 della Metropolitana di San Pietroburgo. Prima di tutto una piccola digressione, un intero postale è un oggetto utile alla spedizione su cui è stato già pagato anche il costo del trasporto. In pratica con la cartolina si compra anche il francobollo che invece di essere incollato in un secondo momento, è già stampato su di essa.  Può essere una cartolina, una busta, un modulo, ma anche (più di recente) delle intere scatole. Detto questo l’intero postale raffigura quella che forse è la più celebre e senza dubbio la più particolare delle stazioni di San Pietroburgo, realizzata nel 1955 su progetto degli architetti Yevgeny Levinson (1894-1968, ucraino) e A.A. Grishka e dell’ingegner S. M. Apshtein. La particolarità sono le colonne di cristallo; ovvero le colonne ricoperte da placche in vetro in rilievo, realizzate dalla locale ditta Lomonosov. Le colonne sono presenti anche nell”intero postale; in origine dovevano essere tutte realizzate con questo rivestimento, ma alla fine si fermarono a 8, rivestendo le rimanenti in marmo.

Attualmente è considerata fra le più belle stazioni della metropolitana al Mondo.

 

 

 

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Nuova grafica per le visite “La Rossa con occhi nuovi” che si tengono presso la Fondazione Franco Albini ogni ultimi sabato del mese. Lo slogan è una citazione di Franco Albini “la più grande opera di design sociale” riferita alla metropolitana 1. I contenuti non cambiano e i partecipanti avranno sempre il piacere di poter ammirare i progetti originali e una selezione di immagini tra le più belle e più significative sulle metropolitane 1 e 2 tutto ciò che ha portato alla loro nascita. Come già nel 2014 e 2015 vi racconterò tutti i segreti della genesi di una metropolitana che cambiò il modo di concepire la progettazione delle stazioni e della segnaletica. Le soluzioni di Albini, Helg e Noorda sono state talmente innovative da essere riprese in numerose altre nazioni europee e d’oltreoceano.

Il prossimo appuntamento è per il 25 maggio alle ore 10,30 attenzione, nuovo orario!

Inoltre sono state programmate anche le seguenti date:

-sabato 22 giugno h 15,00

-sabato 22 luglio h 15,00 (solo su richiesta)

-sabato 28 settembre h 15,00

-sabato 26 ottobre h 15,00

-sabato 30 novembre h 15,00

 

Per info e prenotazioni contattate la Fondazione Franco Albini: info@fondazionefrancoalbini.com tel: 024982378, sede via Telesio 13

MODULO DI ISCRIZIONE ONLINE

Le visite guidate saranno confermate al raggiungimento del numero minimo di 10 partecipanti.

Costo biglietto 10,00€

Per chi vuole approfondire è disponibile il mio libro “La metropolitana milanese: evoluzione urbanistica e architettonica”.

Per informazioni sull’acquisto del volume: metroricerche@yahoo.it

 


 

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Vi aspetto numerosi ai prossimi eventi pubblici di presentazione. Non c’è bisogno di prenotare, ma alcuni spazi sono ridotti percui vi consiglio di presentarvi per tempo! Vi aspetto numerosi!

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